Teraphim: le statue dedicate agli angeli

teraphim-Secondo la leggenda, i primi Teraphim furono ricevuti in dote da Dardano e da lui portati in Samotracia ed a Troia. Erano gli idoli-oracolo degli antichi Ebrei. Rebecca li sottrasse a suo padre Laban.  Secondo alcuni studiosi, erano oggetti culto degli antichi Ebrei, venerati principalmente nelle famiglie, forse statue o statuine di divinità, o di geni antenati.

theraphim ebraico

Se ne faceva uso per il sortilegio e la divinazione accanto all’efod. Louis de Dieu, nel suo “Genesis”, ne parla così: “Essi, forse, erano immagini di angeli, o statue dedicate agli angeli, la presenza di uno di questi spiriti venendo in tal modo attratta in un teraphim e rispondendo ai richiedenti (concultanti); ed anche in questa ipotesi, la parola teraphim diverrebbe equivalente di seraphim, sostituendo la t con la s secondo la maniera siriana”. Nei Settanta, i teraphim vengono chiamati edola, forma delle sembianze di qualcuno; e poi anche spettri, corpi astrali, gli scolpiti, le manifestazioni, le sembianze luminose, ecc. La Vulgata li dice “messaggeri annuncianti”, e quindi oracoli.

Per quanto riguarda il modo della divinazione, Maimonide racconta: “Gli adoratori dei teraphim sostenevano che la luce delle principali stelle (pianeti) penetrando nella statua cava e riempiendola completamente, la virtù angelica (dei reggenti, o principi animatori dei pianeti), conversava con loro insegnando le arti e le scienze utilissime”. Seldeno aggiunge che i teraphim erano costruiti e modellati secondo la posizione dei rispettivi pianeti, e ciascuno di essi era consacrato ad uno speciale “angelo stellare”.