Scoperta su Marte acqua intrappolata nei minerali

Dalla Sonda Curiosity:

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Su Marte sono stati scoperti minerali che contengono acqua intrappolata nella loro struttura. Li ha individuati il rover della Nasa Curiosity, arrivato su Marte il 6 agosto 2012. A una settimana dalla scoperta che sul pianeta rosso in passato vi era un ambiente favorevole alla vita, la Nasa annuncia oggi la scoperta della presenza di minerali idrati su Marte, contenenti molecole d’acqua nella loro struttura.

Il risultato è stato possibile grazie a tre strumenti di Curiosity, la telecamera a infrarossi Mastcam, lo strumento russo Dynamic Albedo of Neutrons (Dan), che spara neutroni sulla superficie di Marte per cercare tracce di idrogeno e lo spettrometro canadese Alpha Particle X-ray Spectrometer (Apxs). I minerali idrati sono stati individuati soprattutto nell’area di Yellowknife Bay, che probabilmente in passato era il letto di un fiume o di un lago, e dove Curiosity ha perforato per la prima volta una roccia marziana.

Lo strumento russo Dan ha rilevato l’idrogeno principalmente nelle molecole di acqua legate ai minerali. “L’acqua – ha rilevato Maxim Litvak dell’Istituto di Ricerca Spaziale di Mosca – a Yellowknife Bay é presente in quantità maggiori rispetto alle aree visitate finora da Curiosity”. “Con Mastcam, vediamo segnali di idratazione elevati nelle ‘vene’ di manerali che solcano le rocce” ha osservato Melissa Rice del California Institute of Technology. “Queste vene luminose – ha aggiunto – contengono sostanze minerali idrate che sono diverse dai minerali argillosi presenti nella roccia circostante”.

La composizione rilevata da Curiosity nelle aree visitate è principalmente di basalto, il tipo di roccia più comune su Marte ed è il materiale di base per le rocce sedimentarie esaminate da Curiosity. Le rocce sedimentarie a Yellowknife Bay probabilmente, ha spiegato la Nasa, si sono formate quando le rocce basaltiche sono state sminuzzate dall’acqua, trasportate, ri-depositate come particelle sedimentarie, e mineralogicamente alterate dall’esposizione prolungata all’acqua.

 Fonte Ansa & Nasa