L’ephod papale

ephodEphod”  è uno degli abiti propri del Sommo Sacerdote della religione Giudaica. Viene descritto nel Libro dell’Esodo tra gli indumenti che Dio comandò fossero realizzati per rivestire Aronne, il primo Sommo Sacerdote:
“Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e maestà. Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l’esercizio del sacerdozio in mio onore.
Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l’efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso.
Faranno l’efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa fattura e sarà d’un sol pezzo: sarà intessuta d’oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto.
Prenderai due pietre di ònice e inciderai su di esse i nomi degli Israeliti: sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita. Inciderai le due pietre con i nomi degli Israeliti, seguendo l’arte dell’intagliatore di pietre per l’incisione di un sigillo; le inserirai in castoni d’oro.
Fisserai le due pietre sulle spalline dell’efod, come pietre che ricordino presso di me gli Israeliti; così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale.” (Es28, 2-12)L’efod vero e proprio perciò sarebbe una specie di grembiule legato ai fianchi da una cintura e su cui sono incastonare due pietre all’altezza delle spalle. ma l’oggetto causa della nostra indagine è invece quello che detto impropriamente “efod” in realtà è indossato sopra l’efod e pende sul petto del Sommo Sacertote: “il pettorale” appunto, detto anche “Pettorale di giustizia”.

“Farai il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato, di fattura uguale a quella dell’efod: con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto.
Sarà quadrato, doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. Lo coprirai con una incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file. Una fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo: così la prima fila. La seconda fila: un turchese, uno zaffìro e un berillo. La terza fila: un giacinto, un’àgata e un’ametista. La quarta fila: un crisòlito, un ònice e un diaspro. Saranno inserite nell’oro mediante i loro castoni. Le pietre corrisponderanno ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo i loro nomi, e saranno incise come sigilli, ciascuna con il nome corrispondente, secondo le dodici tribù.
Poi farai sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro d’intreccio d’oro puro. Farai sul pettorale due anelli d’oro e metterai i due anelli alle estremità del pettorale. Metterai le due catene d’oro sui due anelli alle estremità del pettorale. Quanto alle due altre estremità delle catene, le fisserai sui due castoni e le farai passare sulle due spalline dell’efod nella parte anteriore.”(Es.28, 15-25)

Il pettorale, è pertanto una specie di borsello all’interno del quale sono consevati due oggetti detti “Urim” e i “Tummim” (fino all’esilio di Babilonia il loro sorteggio servirà per interrogarre la volontà di Dio) mentre nella parte esterna è fissata una quadrangolare lamina metallica su cui sono incastonate 12 pietre simbolo delle dodici tribù di Israele: “Così Aronne porterà i nomi degli Israeliti sul pettorale del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale davanti al Signore per sempre. Unirai al pettorale del giudizio gli urim e i tummim. Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli Israeliti sopra il suo cuore alla presenza del Signore per sempre.” (Es.28,29-30)

Ora, Paolo VI ha davvero (magari al posto della croce pettorale, come si vorrebbe subdolamente insinuare!) indossato appesa a due catenelle e pendente dul suo petto il “pettorale di giustizia” erroneamente detto “efod”?

Se si fa ben attenzione, in tutte le foto in cui dul busto di Papa Montini penzola una placca rettangolare con incastonate dodici pietre dure egli indossa anche una stola rossa, e sempre la stessa stola rossa.

A differenza di quanto noi profani possiano ritenere, vi sono stole di differenti fogge, non solo a causa dei differenti periodi storici e differenti riti liturgici e perciò anche nello stesso Rito Romano.

Il Romano Pontefice è l’unico a godere del privilegio di poter indossare la stola “pastorale” anche in cerimonie non religiose ragion per cui la stola pontificia non viene indossata in ossequio al colore liturgico del giorno ma è sempre rossa ornata d’oro (tranne durante le festività pasquali quando il cerimoniale prescrive il bianco).

Chi osservi la gran quantità di stole indossate da Benedetto XVI si accorgerà facilmente che, solitamente, proprio all’altessa del petto, dalla parte interna dei due lembi della stola partono due cordoncini dorati che unendosi, in una specie di nodo, terminano con una specie di piccolo pon-pon (o anche due).

La stola rossa con catenelle che si congiungono in una placchetta rettangolare ispirato all’efod; così come un’altra assai simile stola bianca da cui partivano due catenelle che si congiungevano in una placca a forma di scudo su cui era raffigurato lo stemma araldico di Papa Montini; perciò è parte di una serie di vesti liturgiche create per il novello pontefice e secondo le sensibilità stilistiche dell’epoca, in ossequio al generale spirito di riforma liturgica.

Tra l’altro, se ben si osserva la formella metallica -a metà strada tra l’efod ed il cubo di Rubik-, le pietre sono disposte in modo che, al guizzo dell’intelleto del divoto fedele cattolico che osserva, dall’ornamento pontificio appaia una “croce latina”: formata dalla seconda fila orizzontale (ovviamente partendo dall’alto) e dalla seconda fila verticale (che è formata da quattro pietre). Nell’ideale punto di intersezione vi è una pietra di colore più intenso delle altre.