In greco Dødønë, antico centro greco, sede dell’ antico oracolo dei Greci, fu un importante centro religioso di adorazione della triade famosa composta da Zeus, Era e Afrodite.
Nella città di Dodona si trovava un oracolo dedicato a due divinità, Zeus, il dio del fulmine re dell’Olimpo, e la Dea Madre, identificata con Dione. Secondo quanto riportato da Erodoto, Dodona fu il più antico oracolo di tutta la Grecia. I sacerdoti e le sacerdotesse interpretavano il fruscio delle foglie di quercia per predire il futuro e assicurare la benevolenza delle divinità. Agli abitanti di Dodona (i Selli) era assicurato il compito di custodire l’oracolo.
[banner]Quando nel V secolo aC Erodoto giunse per i suoi studi a Tebe (in Egitto), alcuni sacerdoti della città gli raccontarono che due grandi sacerdotesse erano state rapite dai Fenici in un lontano passato, e che una fu venduta come schiava in Libia ed una in Ellade. Costoro furono le fondatrici dei due più importanti santuari dedicati al dio supremo: Dodona (nel quale era adorato Zeus) e Siwa (ove si venerava Amon, divinità egizia che i greci identificarono con il padre degli dei olimpici). L’Egitto, per i Greci e per gli Egiziani stessi, era la culla di ogni cultura e conoscenza umana, infinitamente antico.
Ecco come Erodoto ci racconta di ciò che gli fu riferito dalle sacerdotesse, le colombe:
«Due colombe nere vennero volando da Tebe in Egitto, una in Libia e una a Dodona. Quest’ultima si sistemò su una quercia e da lassù, parlando il linguaggio umano, dichiarò che il luogo di divinazione per Zeus dovesse essere lì; il popolo di Dodona capì che il messaggio era di natura divina, e stabilì quindi l’oracolo. La colomba che andò in Libia disse ai libici di dedicarsi all’oracolo di Amon; anch’esso infatti è sacro a Zeus»