Le ruote egiziane e il viaggio dimensionale

Le ruote illustrate sono alcuni dei simboli conosciuti più antichi. Per ora sono state trovate solo sui soffitti di alcune tombe egiziane molto antiche. Si trovano sempre in gruppi di 4 o 8, e nessuno sa cosa siano.

 Lungo il margine inferiore dell’immagine si vedono sette persone con le teste a forma di animali che camminano verso destra. Essi sono chiamati Neter, o dei,  e ognuno di loro ha sulla testa un ovale rosso arancio chiamato l’uovo della metamorfosi.

I Neter sono concentrati sul momento in cui si passa attraverso una certa fase della resurrezione, che è un rapido cambiamento biologico in una forma di vita diversa.

Si focalizzano sull’immagine di questa transizione, mentre camminano su una linea, poi improvvisamente la linea finisce e in quel punto c’è un cambiamento direzionale di 90° verso l’alto, quindi procedono perpendicolarmente alla direzione precedente.

La deviazione di 90° è un parte molto importante per capire come rendere la resurrezione o l’ascensione effettiva, cioè reale.

I livelli dimensionali sono separati di 90°; le note musicali sono separate di 90°; i chakra sono separati di 90°- insomma, i 90° si ripetono di continuo. Infatti, se noi volessimo entrare nella 4 dimensione o in qualunque altra, dovremmo fare una svolta di 90°.

I livelli dimensionali non sono altro che lunghezze d’onda di base che si differenziano. La differenza tra una dimensione ed un’altra è la lunghezza d’onda; proprio come quando giriamo la manopola della radio e cerchiamo una nuova stazione. Questo è esattamente ciò che fanno gli UFO quando li vedete sfrecciare e virare all’improvviso per poi sparire.  Le persone a bordo di quelle navi non sono trasportate nello spazio come noi, ma sono collegati psichicamente e coscientemente al veicolo stesso, e quando sono pronti a recarsi in un altro mondo, entrano in meditazione e collegano tutti gli aspetti di se stessi all’unità.

Abbiamo ancora molto da studiare e da apprendere da ciò che ci hanno lasciato antiche popolazioni rispetto alla concezione che abbiamo noi oggi della vita.